WAR WITH GIZMO

bosch«Le prime scaramucce della guerra con i Gizmo si svolsero nelle grandi zone desertiche, e gli uomini non se ne accorsero nemmeno. […] Quanto all’origine dei Gizmo, alcuni insistono ancora nel sostenere che quelle creature siano venute dallo spazio […]. Altri invece ritengono che essi siano originari della Terra, quindi nati ed evoluti qui, e qui vissuti da sempre. […] Comunque sia, i Gizmo rivelarono la loro esistenza di punto in bianco. […] Anche la parola Gizmo fu coniata come termine convenzionale per definire certe tracce apparse sugli schermi-radar e di cui non era stato possibile stabilire la causa; non erano determinate da oggetti solidi, questo era certo, e si muovevano indipendentemente dalla direzione del vento. […] Nel punto in cui il radar continuava a segnalare la presenza del Gizmo, non si vedeva niente. […]  Perciò, visto che si trattava di un fenomeno così evanescente, parve ragionevole non preoccuparsi più dei Gizmo. Come si scoprì più tardi, questo fu uno sbaglio catastrofico». Questo l’incipit di War With The Gizmos, il libro di science fiction pubblicato nel 1958 dallo scrittore americano Murray Leinster – un brano che gli affezionati frequentatori del nostro sito conosceranno già di certo.

Oggi, a cinquant’anni di distanza da quella prima, spaventosa invasione, torna fortissima la paura di GIZMO. Per quanto la sua identità sia ormai ben nota, vi è chi continua pervicacemente a scorgere in esso un’entità sconosciuta, una creatura aliena, dai contorni oscuri e dagli ancora più oscuri fini. La paura di GIZMO si fa tanto più acuta quanto più quest’ultimo si rivela insidiosamente dinamico, provvisto di un’inaspettata vivacità e di una polimorfica capacità di operare, di crescere e di propagarsi, in special modo mediante quella particolare forma di attività che va sotto la denominazione di “lavoro”.
Le tecniche del sospetto permanente, della riprovazione costante e della discriminazione sprezzante sembrerebbero essere le carte vincenti nella guerra contro GIZMO. Ma attenzione: come già in passato con l’accidia e la superbia, anche oggi pensare di liberarsene con le sole armi dell’invidia e dell’ira potrebbe rivelarsi uno sbaglio catastrofico.

11 settembre 2009