GIDAC 1 – documenti

 

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DOCUMENTI


La città come opera collettiva

di Florencia Andreola e Mauro Sullam


Siamo architetti, o critici d’architettura, e ci siamo ritrovati attorno ad un tavolo, generosamente offerto da uno di noi, a discutere di città. Quando parliamo di città, ci rendiamo conto della sua natura di opera collettiva e complessa, di notevole profondità storica, nella quale l’architetto non ha che un ruolo parziale. In questo senso, la città è come un enorme cantiere, il cantiere dei cantieri: in esso si esprimono contemporaneamente quasi tutte le figure professionali e quasi tutte le condizioni sociali. La loro convivenza non è mai stata pacifica e lineare: in ogni società si è espressa attraverso il conflitto di classe, il quale ha assunto forme di volta in volta specifiche sia dal punto di vista storico che territoriale. […]


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Una riflessione sul rapporto fra architettura e città

di Davide Derossi


Negli ultimi 10 anni dopo un lungo periodo di stagnazione si sono sviluppati anche nelle grandi città italiane interventi di trasformazione urbanistica di grande dimensione con la sostituzione progressiva dei luoghi storici dell’industria e delle aree di dismissioni legate per lo più alle linee ferroviarie. Un esempio eclatante di questo nuovo processo è offerto dalla Torino olimpica ma anche dai grandi progetti di trasformazione in corso a Milano. Nell’ambito di un nuovo sistema di competizione globale si diffonde progressivamente anche in Italia una maggior attenzione alle politiche di marketing urbano. […]

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Aforismi incatenati

di Pietro Derossi


1) Tutte le persone di buon senso pensano che il compito dell’architettura sia quello di fare una città bella e abitabile?

Oppure alcuni pensano che la parola architettura rimandi all’attività di artisti detti architetti che offrono il loro grande (o piccolo) oggetto alla contemplazione del pubblico urbano?

Questa alternativa così posta è certo troppo radicale, esistono tutte le mediazioni, ma temo che sia ancora una questione aperta. […]


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Una riflessione sul rapporto fra narratività e realtà in ambito architettonico

di Derossi Associati


La narratività rappresenta un quadro epistemologico piuttosto ampio e suscettibile di fraintendimenti. 

Non credendo, come altri, in una costruzione rigorosamente oggettiva di una teoria della progettazione (non composizione) in architettura, e senza scomodare i grandi filosofi da cui deriva questo noto paradigma interpretativo (Heidegger, Gadamer, Ricoeur) vorremmo tentare di definire, anche se in modo provvisorio, il rapporto in ambito architettonico tra la narratività e la realtà, attraverso l’individuazione di alcuni atteggiamenti, aforismi, parole ricorrenti, che ovviamente non nascondono, pur nel tentativo di definire aspetti comuni, una componente soggettiva. […]

 

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Città: quale identità?

di Catia La Grotta



Quale rapporto intercorre tra architettura e città? Se la città è immagine della società e l’architettura a sua volta vede nella città un campo d’azione privilegiato, città, architettura e società sono incatenate? La città è società fatta di architettura? E ancora: esiste un’idea di città in chi la vive e in chi la realizza? E di idea di città ne esiste solo una o si tratta di una composizione di idee individuali non condivise? […]

 

Catia La Grotta

 

 

 

L’edificio generico risanerà la città generica?

di Claudia Matoda



Parlare della città, oggi come in passato, significa dover partire dal presupposto che la sommatoria di parti non è necessariamente corrispondente al risultato finale. La complessità, che è poi la caratteristica essenziale della struttura urbana, impedisce di poter liquidare in modo univoco, anche dal punto di vista del semplice approccio metodologico la questione urbana. Studiare una città per comprenderle tutte? O trascendere dal singolo caso, parlando della Città, che però si presenta così immateriale da essere la prima fonte di una già nota genericità? Esistono le città o La Città? […]

 

Claudia Matoda

 

 

 

La città non è un luogo comune

di Antonio Besso-Marcheis


Mi piace partire da una delle sollecitazioni di Marco Biraghi: quale ruolo ha l’architetto all’interno della città ? E’ una domanda che mi pongo spesso e quasi sempre mi rispondo mettendo a confronto il ruolo giocato da alcuni architetti nella mia città: Juvarra, Vittone, Promis, Mollino, Becker ecc.  

Per quasi tutti si è trattato di una partita condotta all’interno di un clima, di un ambiente culturale più o meno allargato e condiviso che, se pur legato a correnti nazionali e internazionali, veniva declinato in un modo specifico, con una attitudine ed una sensibilità “originale” proprio perchè germinata e maturata  in “questa” città. La nostra condizione è differente. In questo scorcio di inizio millennio il nostro milieu locale quanto interagisce con le trasformazioni che avvengono nella città?

Difficile dirlo. […]

 

Antonio Besso Marcheis

 

 

Progetto grafico dei documenti: Alice Fasani ©.