Come vive l’altra metà

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di Marco Biraghi

How the Other Half Lives (1890) è un libro fondamentale, non soltanto per la storia della fotografia (all’interno della quale occupa un posto già da tempo riconosciutogli), ma anche per la storia della città di New York, e per la storia sociale in generale. Scritto da Jacob A. Riis, un giornalista del New York Tribune di origine danese, il libro si occupa delle condizioni di vita e di lavoro delle comunità d’immigrati (italiani, cinesi, russi, polacchi, boemi, ungheresi) che vivono nella metropoli newyorkese negli ultimi decenni del XIX secolo. Le vicende che Riis porta alla luce non sono però soltanto umane ma anche – e in modo eminente – architettoniche e urbane. Corredato di piante e di dati statistici, il libro analizza la struttura degli slums di New York e le tipologie abitative in essa diffuse, dalle famigerate rear houses (“case sul retro”) alle non più incoraggianti case d’affitto, dotate di stanze da letto di 2 x 2 m, completamente buie, senza finestre e prive di ventilazione.

La denuncia di Riis, corredata da impressionanti fotografie delle strade, delle case e degli interni (particolarmente drammatiche le immagini che ritraggono lo stato in cui versano i bambini) sortirà l’effetto di risvegliare la coscienza degli americani, contribuendo all’attuazione della riforma della legislazione sul lavoro minorile, e favorendo il progressivo adeguamento delle abitazioni a condizioni più umane e la creazione di spazi verdi. Come scrive Gisèle Freund: «Per la prima volta la fotografia diventa un’arma nella lotta per il miglioramento delle condizioni di vita degli strati poveri della società».

«Una metà del mondo ignora come vive l’altra metà». Oggi, certo, la situazione è radicalmente cambiata, a New York come in larga parte del mondo occidentale. Ma rimane pur sempre una buona “metà del mondo” che ignora l'”altra metà”, ovunque essa si trovi. Per questo il libro di Riis – oltre al valore di testimonianza storica – mantiene anche una sua impellente attualità.

In ultimo, una riflessione sull’edizione italiana. Al di là di ogni considerazione sul colpevole ritardo con cui è stato tradotto, è significativo che il libro venga oggi pubblicato dalle Edizioni Associate di Roma, un piccolo editore che ha il merito di essersi accollato un’impresa evidentemente gravosa. La traduzione di Bruno Rossi e Alessandra Spirito è corretta; la qualità delle fotografie (già peraltro assai note per le molte riproduzioni apparse all’interno delle storie della fotografia) è purtroppo scadente, mostrando i limiti economici della casa editrice presso la quale è editato. Ma proprio ciò è altamente emblematico della drammatica situazione dell’editoria italiana: mentre i “grandi” editori si masturbano con l’ostentazione del lusso e del fatuo, tralasciando sistematicamente di occuparsi delle questioni davvero cruciali, ricade sulle spalle di forze minori il compito di fare supplenza.

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Jacob A. Riisx

Come vive l’altra metà
Indagine sui casamenti di New York

Editore : Edizioni Associate, Roma 2008
Pagine : 294
Prezzo : € 20,00
ISBN : 9788826704661

Alla sua prima traduzione italiana, quest’opera del 1890 documenta le condizioni di estrema povertà in cui vivevano gli immigrati europei nella New York di fine Ottocento. Ad opera del fotoreporter Jacob Riis, uno dei primi fra l’altro a fare uso del flash, il testo è accompagnato da più di 100 fotografie.

Ai suoi tempi la pubblicazione ebbe il merito di sensibilizzare sia l’opinione pubblica, che mai prima di allora aveva avuto modo di osservare così da vicino le misere condizioni di vita nei quartieri popolari, sia le istituzioni pubbliche, che si adoperarono per la promozione di riforme in ambito sanitario e sociale, per la creazione di parchi pubblici, per il miglioramento delle abitazioni.

La folla variopinta e multietnica della metropoli è descritta con accenti partecipi e insieme con precisione di dati e di statistiche, pure se a tratti la prosa elaborata e un certo paternalismo risultano ormai datati. Non si può dire lo stesso dell’impatto sempre immediato di quegli scatti che ritraggono in maniera toccante i vicoli oscuri e malfamati della Grande Mela, immagini che fecero allora scalpore e che hanno ormai fatto epoca.

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Jacob A. Riis nasce a Ribe in Danimarca, nel 1849. Nel 1870, a 21 anni, emigra negli Stati Uniti, in un’epoca in cui le aree urbane, in seguito alla guerra civile, diventano sempre più popolose. Dopo vari mestieri e dopo aver sperimentato sulla propria pelle la vita difficoltosa dell’immigrato, trova alla fine impiego, nel 1877, come cronista di nera per il New York Tribune.

I suoi articoli sui bassifondi newyorkesi, accompagnati dalle fotografie, che confluiranno poi nel libro Come vive l’altra metà, trovano spazio dapprima sulla rivista Scribner’s Magazine e sul New York Sun e, fra le altre cose, convincono Theodore Roosevelt, allora Commissario della polizia di New York, a chiudere gli squallidi ospizi per poveri gestiti dalle forze di polizia, dove lo stesso Riis aveva soggiornato durante i suoi primi mesi di permanenza in America.

Roosevelt fu così favorelmente colpito dal senso della giustizia del reporter che lo definì: «Il miglior americano che abbia mai incontrato», e volle conoscerlo di persona, dando inizio ad una duratura amicizia.

Dopo aver scritto altre dodici opere, fra cui l’autobiografia The Making of an American, nel 1907 Riis si trasferisce a Barre, nel Massachussets, dove muore nel 1914.