Expo: intervista a Emilio Battisti

 

 

 

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Scenario delle opportunità per un'Expo diffusa e sostenibile © Emilio Battisti

 

 

 



Daniela Villa: Cosa pensa del masterplan consegnato ad aprile? Le sembra un progetto ragionevole o piuttosto il frutto di un ridimensionamento frettoloso in vista della scadenza, che ora vede la moltiplicazione sistematica di tende e poi verrà tranquillamente stravolto in fieri?


Emilio Battisti: Non penso che il tipo di proposta fatta rappresenti  una rinuncia ai contenuti progettuali, questi sono tanti e interessanti se sviluppati coerentemente. Il problema è che non sono state messe a fuoco le problematiche relative alla predisposizione delle varie colture e alla riproduzione dei diversi climi del pianeta. Questa operazione è molto impegnativa, richiede tempi lunghi ed è già stato segnalato un ritardo rispetto ai tempi necessari per ottenere successi. Ci sono tutta una serie di questioni ambientali  trascurate ma in realtà rilevanti, ora bisogna capire come farvi fronte.


Il progetto di aprile, a parte alcuni approfondimenti che riguardano la delimitazione dell’area, il fatto di aver escluso il recupero dell’impianto delle Poste di Roserio, dove si pensava di fare un centro di ricerca sull’alimentazione e l’agricoltura, e il fatto di aver constatato che la cornice d’acqua presenterà problemi di utilizzo per via di salti di quota nell’area, presenta ancora diverse questioni  irrisolte  dovute alla riduzione dei finanziamenti. 


Mentre nel concept plan del settembre 2009 (esattamente un anno fa), sembrava che veri e propri padiglioni dei Paesi non ci fossero più, ma  solo le serre, e che il resto fosse affidato a modalità espositive differenti, nella soluzione di aprile sono comparsi alcuni padiglioni, pensando anche all’ipotesi del futuro nuovo centro Rai. Inoltre si lascia intendere che i padiglioni dei Paesi ci saranno e bisognerà vedere in che termini verranno realizzati: si ipotizzano materiali riciclabili e altri appropriati sistemi costruttivi, ma dato che poi dovranno occuparsene i diversi Stati, sarà difficile imporre  soluzioni conformi a tutti. 


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Armatura della futura area metropolitana sostenibile © Emilio Battisti

 

 

 

 

DV: Come procede il lavoro dei quattro gruppi dell’Associazione Expo Diffusa e Sostenibile? Avete definito la “mappa interattiva” cui accennava in un suo comunicato di marzo, con le priorità di intervento sulla base del quadro strategico territoriale elaborato? Si sono già proposte partnership a partecipazione mista in grado di sostenere gli interventi del “Fuori Expo”?


EB: Stiamo ultimando una piattaforma web di “e-participation”, dove chi ha interesse può fare proposte, mettere a disposizione le proprie competenze, partecipare a incontri e tavoli di discussione e iniziativa che si stanno costituendo. Il sito sarà disponibile entro la fine di settembre. Stiamo già implementandolo con una serie di proposte che si sono manifestate, siamo stati interpellati da alcuni soggetti che hanno interesse a portare avanti iniziative riguardanti l’Expo. Abbiamo avuto un finanziamento dalla Fondazione Cariplo, con queste risorse porteremo avanti l’iniziativa, che per ora è sempre informale, l’unico aspetto di formalità è che porta il marchio del Politecnico e della Fondazione. 



DV: Come hanno reagito i diretti interlocutori della vostra iniziativa fino a questo momento (sindaco Moratti, presidente della Provincia Podestà, presidente della Regione Formigoni  e altri membri della società Expo)?  C’è un minimo di interesse, nei confronti di un lavoro che interpella la scuola di architettura, che lasci sperare in una revisione del programma? 


EB: Innanzitutto agli Stati Generali del luglio 2009 non abbiamo partecipato come Politecnico ma come gruppo di persone interessate a questa iniziativa, per presentare il lavoro svolto dall’Associazione (quadro strategico territoriale), nei pochi minuti a nostra disposizione.

I rapporti con la società Expo fino ad ora sono stati solo informali, i contatti presi con la Regione, con la Provincia sono rimasti a livello di colloqui di carattere preliminare che non hanno avuto ricadute operative per il momento.

Accordi di collaborazione su questa ipotesi di integrare l’Expo del sito con un’ Expo diffusa su scala regionale, finanche sovra regionale, non sono ancora stati formalmente  accettati, per quanto il nuovo amministratore delegato dell’Expo Giuseppe Sala, lo scorso luglio, abbia dichiarato che senz’altro un “fuori-Expo” sarà portato avanti, potrebbe diventare anzi una componente importante della manifestazione. 



Milano, 9 settembre 2010