Università, un naufragio italiano

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Riportiamo i punti fondamentali rivendicati dai ricercatori italiani in questi giorni:

«[…] i ricercatori di 33 atenei italiani chiedono:

– di istituire un ruolo unico dei professori universitari che garantisca indipendenza e autonomia di didattica e ricerca, e sostituisca la attuale pletora di posizioni funzionali previste nel lontano 1980 e mai pienamente implementate;

– un contratto unico pre-ruolo che sia realmente in grado di garantire un rapido accesso ai ruoli docenti, invece degli assegni di ricerca e dei contratti triennali che estendono la durata della gavetta pre-ruolo oltre i dieci anni, di fatto istituzionalizzando il precariato nell’Università;

finanziamenti adeguati per didattica e ricerca e garanzie riguardo ad autonomia e democrazia negli organi di governo degli atenei, ridotte praticamente a zero dal progetto ministeriale;

– equità rispetto alle modalità di pensionamento dei ricercatori universitari, da equiparare – anche in considerazione del ruolo pressoché identico svolto nei fatti sino ad oggi – a quelle previste per i professori;

– un impegno ad assicurare il diritto allo studio, la mobilità studentesca, strutture e infrastrutture al livello dei migliori Paesi europei.

Purtroppo fino ad oggi l’autorevole auspicio del Presidente della Repubblica non è stato raccolto; nessuna iniziativa è stata presa per avviare un confronto e per ascoltare la voce dei ricercatori che oltre alla loro attività di ricerca impartiscono da anni quasi la metà della didattica nelle Università italiane;

Mancando a oggi riscontri a queste proposte, rimangono immutate le ragioni della protesta, che continua con la modalità fino a oggi espressa: l’indisponibilità alla didattica frontale da parte dei ricercatori, svolta fino ad oggi su base volontaria e quasi sempre a titolo gratuito. […]»

 

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vedi anche 

www.retericercapubblica.blogspot.com