LIFE IS A DREAM

di Marco Biraghi

Viaggi da sogno

«La vida es sueño», scriveva Pedro Calderón de La Barca nel XVII secolo. Intendeva dire che la vita è «un’illusione», che ogni cosa che ci pare reale non è null’altro che «un’ombra, una finzione». E che «il più grande dei beni è poca cosa, perché tutta la vita è sogno, e i sogni sono sogni».

Sono trascorsi ormai quasi quattro secoli dal dramma di Calderón de La Barca. E si vedono tutti. Aggirandomi in una libreria in questi giorni, nessuna traccia del libro del grande scrittore del Siglo de oro spagnolo, che pure ci sarà da qualche parte, ben nascosto in uno scaffale. In compenso vengo letteralmente investito da un’esplosione di libri appoggiati in bella vista sui banchi, sulle cui copertine suadenti e coloratissime campeggiano titoli come Vacanze da sogno, Viaggi da sogno, 52 settimane da sogno e molti altri ancora. E accanto a questi, un altrettanto nutrito numero di volumi che suggeriscono 1000 luoghi da vedere nella vita, 100 spiagge da vedere nella vita, 100 isole da vedere nella vita, per non parlare poi della fortunata serie 1001 cose da vedere a … almeno una volta nella vita, ribadita e approfondita da 101 tesori nascosti di … da vedere almeno una volta nella vita, a loro volta affiancati da un profluvio di consigli librari su ogni possibile cosa da fare nella vita.

La prima cosa che viene da pensare è se basterà mai una vita per vedere e per fare tutto ciò che a quanto sembra ci sarebbe di assolutamente indispensabile da vedere e da fare nel corso di essa. Ma ancora di più, ciò che viene da chiedersi è che cosa mai sia diventata la vita al giorno d’oggi, quattrocento anni dopo Calderón: non certo qualcosa sulla cui illusorietà meditare filosoficamente; semmai qualcosa da riempire come un weekend in una città d’arte, o come una settimana in crociera su una nave Costa (con animazione, affondamento o strage inclusi). La vita oggi è diventata un pacchetto vacanze tutto compreso da consumare con l’intensità di una feria ferragostana in una località turistica marittima o montana, un colorato cocktail da ingollare in un’unica, appagante e possibilmente lunga sorsata, uno spettacolo da divorare con gli occhi famelici e incantati del fan.

La vita oggi è diventata un sogno da sognare ininterrottamente, tutto d’un fiato, senza mai risvegliarsi (senza più risvegliarsi); un sogno che assomiglia sinistramente a un oblio. Ciò che viene da pensare è che quanto più la vita ha poco di interessante da offrire, quanto più la vita è povera di emozioni, di avventure, di prospettive – o forse semplicemente: quanto più la vita è povera in assoluto –, e tanto più qualcuno provvede per noi a farcela dimenticare, ad anestetizzarci ai suoi effetti, alla stessa consapevolezza di essa. Ma niente paura: life is a dream, come si direbbe oggi. «E i sogni sono sogni».

20 aprile 2015