Lo spazio di un respiro | #ciòchemanca

Quanto segue è una delle proposte selezionate nel contesto del concorso “Ciò che manca” indetto da Gizmo lo scorso maggio. Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere al quesito “cosa manca nelle nostre città?” attraverso qualunque tipo di forma comunicativa, formulando soprattutto un’idea.

Lo spazio di un respiro
di Rossella Scalia

Se mi chiedessi cosa manca
nella mia città
non vedrei che l’ombra
di una risposta

Se pensassi a cosa vorrei
dalla mia città
potrei liberare le parole
dal sentiero della certezza
e spingermi ad attraversare
terreni impervi
salite
discese
lotte
vittorie
e potrei gettare il mio sguardo
dentro il suono glorioso
della mia immaginazione
senza vederne più la fine

Se camminando la vita
Incontriamo improvvisamente
un passo diverso dal precedente
che ci arresta ma esalta

Se le sfide che costruiamo
d’un tratto
Si placano come al tepore
di una primavera

Non abbiamo ristretto
il nostro modo di abitare
Ad un semplice contare
le ore che ci separano
Dal traguardo

Al contrario abbiamo lasciato
che il mondo planasse
dentro di noi
e ci desse la forza
Di vedere
al di là della ragione
al di là dei nostri limiti
al di là di noi stessi

Il respiro che ci affanna
oggi
nelle nostre città
È il soffio stesso della vita
che ci viene tolta
Che nascondiamo
sotto strati
di violazioni

Se quel respiro
interrotto
continuasse costante
A riscaldare
i momenti bui
i luoghi nascosti
dalle nostre menti
sapremmo come apprezzare
il terreno brullo
lasciato da una pioggia
violenta
e le bolle di fango
che sporcano l’acqua

Ciò che prima pensavamo
perfetto
ci appare adesso vano
e privo di vita

Se ci chiediamo cosa manca
nelle nostre città
ci stiamo domandando
cosa manca
nelle nostre vite
e l’intervallo che separa
queste due realtà
è talmente breve
che ci sfugge

Esistono momenti
non programmati
Tratteggi di suoni
che scivolano
E poi
si annullano dentro di noi
Per uscire rinvigoriti
Veloci
come il vento che sfreccia
Tra le foglie
di un albero.

Una vita programmata
non è una vita vera
E le nostre città
sono più false di noi
Che fingiamo di abitarle
E invece
le occupiamo
semplicemente

Lo sguardo basso
su un prato
Incontra un mondo
inaspettato

Un fiore
Un corvo nero
Un ramo caduto
Il passo di un uomo
appena andato
Le tracce di pioggia
Il profumo amaro
d’erba tagliata
Le radici infestanti
Un pezzo di carta strappato
Un quaderno

Le nostre vite
andrebbero abitate
Come l’inizio
Di una passeggiata
quando la distesa verde
Di fronte a noi
È un mistero meraviglioso

 

Scarica pdf
30 settembre 2015