di Marco Biraghi
A Milano, la città più ecosostenibile del pianeta, la città che può vantare la più alta percentuale di verde per abitante, la città in cui aria, acqua, suolo, sottosuolo sono di una purezza impeccabile, la città in cui il bosco è in città e in cui la natura cresce ovunque e comunque, anche in verticale – a Milano si celebra l’ultima conquista dell’umanità, la più straordinaria scoperta del millennio, la migliore invenzione dopo quella del motore a scoppio. Come ogni idea geniale, anche quella presentata nei saloni della Triennale di Milano ha dalla sua il dono della semplicità, e tale semplicità ha il nome di un colore: Green. Chiave magica universale che dischiude ogni più rosea (pardon: verde) prospettiva per il futuro della Terra.
La ricetta in fondo è semplice: basta pronunciare la parola “Green”, o farla precedere un’altra parola qualsiasi, e come d’incanto – come novelli alchimisti o come re Mida dal pollice verde – ogni cosa si trasforma: la benzina, da plumbeo inquinante, diviene una succosa essenza, appena un po’ troppo aromatica; l’architettura, da oggetto sporco e ingombrante, diviene una struttura aerea e traspirante; la città, da caotico ammasso di edifici e strade senza senso e senza via d’uscita, diviene un giardino dell’Eden; il mondo, da luogo insopportabile e inabitabile, diviene il migliore tra quelli possibili. Il segreto della felicità è verde. Green Architecture. Green Design. Green Life. The Green Triumph of a Green Life in a Green City in the Green Universe. For Green People.
Green is the Colour
Green is the World
Green is the Future
Green is the Truth
5 febbraio 2010