100 anni di Artigas

A partire dal 1950, Artigas intraprende una profonda riflessione sul ruolo dell’architettura come strumento di trasformazione sociale, sfociando in una profonda crisi morale che però non frena l’ottimismo per la crescita industriale e demografica del paese. La produzione del suo studio cala vertiginosamente negli anni compresi fra il 1952 ed il 1956, pur con un mercato immobiliare in crescita esponenziale. Sono il risultato di questo travagliato periodo, lo Stadio Morumbi di San Paolo (1952) e la stazione degli autobus di Lodrina (1950 – 1952). In quest’ultima, il corpo di fabbrica rettilineo definisce la propria volumetria mediante il disegno dinamico della copertura, le cui inflessioni rivelano le differenze funzionali fra la parte amministrativa e quella di salita e discesa dei passeggeri.

Dall’intenso attivismo politico di questo periodo, nascono Le Corbusier e o Imperialismo (1951) e Caminhos da Arquitetura Moderna (1952), pubblicati sul periodico marxista del partito Fundamentos. Sono anni di accesa disputa ideologica nel dibattito per l’architettura moderna e questi scritti esprimono tutta l’angoscia di fronte a ciò che viene letto come sottomissione del movimento moderno ai disegni imperialistici della guerra fredda.

Dopo il soggiorno del 1953 in URSS, denuncia le logore formule astrattiste del regime, esprimendo tutti gli attriti della relazione fra arte e politica, in un paese profondamente segnato dalla coniugazione dell’antimperialismo nazionalista sinistroide e dallo stalinismo.

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Stazione degli autobus di Lodrina (1950 – 1952)
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Stazione degli autobus di Lodrina (1950 – 1952)

Artigas, allora, dopo il rifiuto del Realismo Sociale, comincia ad interrogarsi sulle possibilità di un’architettura popolare proponendo una rinnovata attitudine critica verso la realtà.

Uno degli obbiettivi principali del PCB passa ad essere quello della rieducazione morale del nascente ceto borghese attraverso il progetto della casa unifamiliare, che diventa così una tipologia dal potenziale rivoluzionario.

Quella introdotta da Artigas, è una rivoluzione non tanto in termini formali quanto più di rapporto fra tipo e contesto. A sabotare i modelli corrotti della casa eclettica, è l’inedito carattere urbano per la nuova residenza civile. Artigas elimina il lungo percorso laterale che conduceva al garage, sostituendolo con un volume annesso sul retro, che ospita anche i luoghi di servizio; sviluppa l’intero programma della casa al di sotto di un’unico volume e avanza i fronti sino a ridosso dei limiti del lotto. Gli spazi di interazione si trovano spesso sul fondo o vengono organizzati attorno ad un patio, mentre, le aree di servizio si trovano sui fronti esterni (quelli che una volta erano i prospetti principali).

L’impermeabilità dei muri di queste abitazioni, sono la materializzazione di un rifiuto per la realtà contingente, che rendono la residenza un realtà introspettiva e metafisica. Gli elementi di circolazione vengono enfatizzati ed ingranditi, diventando veri e propri spazi di relazione e non più solo passaggi. Rampa e pensilina, propri dell’architettura carioca, si trasformano negli spazi pubblici della casa e la copertura traslucida avvolge il progetto, rivelandone la dimensione urbana. Sono di questa fase la Casa Baeta (1956 – 1957), la Casa Rubens de Mendoça (1958 – 1959) e la Seconda Casa Taques Bittencourt (1959). L’urgenza del presente non è il predatorio contesto della megalopoli, ma l’idea dell’architettura come modello culturale. La caratterizzazione muscolare delle strutture spaziali è la rappresentazione formale di questo campo di tensioni e della complessa struttura di relazioni che dominano la metropoli.

Se si mettesse a confronto Niemeyer con Artigas, quella che è una soluzione armoniosa e risolutiva di questi campi contraddittori, diventa con artigas la loro pura drammatica esposizione.

Il ruolo dell’architetto diventa, dunque, quello di rappresentare le contraddizioni della realtà urbana, rivelandole senza timore e senza maschere. Le divergenza col modernismo carioca è dichiarata: il marxismo astratto di Niemeyer sublima materia e sforzi strutturali, mentre nell’abrasiva architettura di Artigas la nozione materialista del conflitto si fa impeto tellurico, promessa alla trascendenza. Materialismo sociale invece che idealismo utopico.

 

Casa Olga Baeta, San Paolo
Casa Olga Baeta, San Paolo
Casa Olga Baeta, San Paolo
Casa Olga Baeta, San Paolo
Casa Rubens de Mendonça o Casa dei triangoli, San Paolo
Casa Rubens de Mendonça o Casa dei triangoli, San Paolo
Casa Rubens de Mendonça o Casa dei triangoli, San Paolo
Casa Rubens de Mendonça o Casa dei triangoli, San Paolo

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Seconda casa Taques-Bittencourt, San Paolo (1959)
Seconda casa Taques-Bittencourt, San Paolo (1959)