by Giacomo Pala | Carpo seems to be arguing that contemporary architecture should be the expression of the era we are all living in; namely, the digital one. In an inexcusable gesture of reduction, Carpo’s argument can be described as follows: architects shouldn’t “quit” the “digital”, but rather keep on working on its agenda, avoiding any temptation of going towards the so-called “post-digital”.

di Marco Biraghi | Il Comune di Milano, su iniziativa del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, intende dare corso alla realizzazione del Museo Nazionale della Resistenza. L’intenzione è evidentemente condivisibile ed encomiabile, anche in considerazione del fatto che Milano è città Medaglia d’Oro della Resistenza e che, a parte la stele di Giannino Castiglioni dedicata ai 15 Martiri di piazzale Loreto, in via Andrea Doria, le lastre di bronzo recanti i nomi di 1739 combattenti per la libertà nella Loggia dei Mercanti (da anni in uno stato di inaccettabile degrado) e il più recente Monumento alla Resistenza presso il Campo Giuriati, donato dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) nel 2015 in ricordo dei partigiani fucilati in quel luogo nel 1945, non esistono a Milano adeguati segni di “riconoscimento” della lotta partigiana di liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.