Conoscenza storica

«L’intenzione originaria del dominio spettacolare era far sparire la conoscenza storica in generale; e in primo luogo quasi tutte le informazioni e tutti i commenti ragionevoli sul passato più recente. Un’evidenza così flagrante non ha bisogno di essere spiegata. Lo spettacolo organizza magistralmente l’ignoranza di ciò che succede e, subito dopo, l’oblio di ciò che siamo riusciti ugualmente a sapere. […] Un potere assoluto sopprime tanto più radicalmente la storia quanto più sono imperiosi gli interessi od obblighi che ha per farlo, e in particolare nella misura in cui le agevolazioni pratiche di esecuzione che ha trovato sono più o meno grandi. Ts’in Che Hoang Ti ha fatto bruciare i libri, ma non è riuscito a farli sparire tutti. Stalin nel nostro secolo aveva spinto oltre la realizzazione di tale progetto ma, nonostante le complicità di ogni sorta che ha potuto trovare al di fuori delle frontiere del suo impero, restava una vasta zona del mondo inaccessibile alla sua polizia, in cui si rideva delle sue imposture. Lo spettacolare integrato ha fatto di meglio, con procedimenti nuovissimi e operando stavolta su scala mondiale. Non è più permesso ridere dell’inettitudine che si fa rispettare ovunque, o comunque è diventato impossibile far sapere che se ne ride.

Il campo della storia era il memorabile, la totalità degli avvenimenti le cui conseguenze si sarebbero manifestate a lungo. Inseparabilmente, la conoscenza avrebbe dovuto durare, e aiutare a comprendere almeno in parte ciò che sarebbe successo di nuovo: «un’acquisizione per sempre», dice Tucidide. In tal modo la storia era la misura di un’autentica novità; e chi vende la novità ha tutto l’interesse a far sparire il modo di misurarla. Quando l’importante si fa riconoscere socialmente come ciò che è istantaneo e lo sarà ancora nell’istante successivo, altro e identico, e che sarà sempre sostituito da un’altra importanza istantanea, possiamo anche dire che il metodo usato garantisce una sorta di eternità di questa non-importanza, che parla così forte. Il vantaggio prezioso che lo spettacolo ha ricavato da questa messa al bando della storia, dal fatto di aver già condannato tutta la storia recente a passare alla clandestinità e di essere riuscito a far dimenticare in misura molto ampia lo spirito storico all’interno della società, è innanzi tutto l’occultamento della propria storia: il movimento stesso della sua recente conquista del mondo. Il suo potere appare già familiare come se fosse esistito da sempre. Tutti gli usurpatori hanno voluto far dimenticare che sono appena arrivati.

VII

Con la distruzione della storia l’avvenimento contemporaneo stesso si allontana immediatamente in una distanza favolosa, tra i suoi resoconti non verificabili, le sue statistiche incontrollabili, le sue spiegazioni inverosimili e i suoi ragionamenti indifendibili.» [Guy Debord]