L’Altra Sede della regione Lombardia

 

 

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© Gizmo_review

 

 

L’Altra Sede

Verso una nuova identità milanese


di Silvia Micheli

 

 

Dalla fine del 2010 la città di Milano potrà vantare un nuovo complesso architettonico nell’area Garibaldi-Repubblica: si tratta della nuova sede della Regione Lombardia, voluta dal presidente in carica della regione, Roberto Formigoni, e dalla sua Giunta (PDL). Il progetto, frutto della collaborazione di tre studi di architettura, Pei Cobb Freed & Partners Architects LLP di New York, Caputo Partnership e Sistema Duemila di Milano, è stato “inaugurato” il 23 gennaio 2010 ma entrerà in funzione solamente a fine anno. L’inaugurazione anticipata è dovuta alle imminenti elezioni regionali, in vista delle quali Formigoni ha voluto giocare una carta vincente: l’annuncio della conclusione dei lavori della nuova Sede della Regione.

 

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Pianta II livello


Il complesso, compreso tra via Galvani, via Algarotti, via Melchiorre Gioia e viale Restelli, è formato da quattro edifici curvilinei di nove piani fuori terra sovrastati da una torre di 161 mt. di altezza – al momento la più alta d’Italia. Gli edifici curvilinei si intersecano in determinati punti rendendo permeabile la struttura complessiva rispetto alle aree urbane limitrofe. Le attività commerciali e di svago sono ospitate ai primi due piani; le aree destinate al terziario trovano posto ai piani superiori e nella torre si raggruppano le funzioni amministrative della Regione. Secondo quanto dichiarato da Henry Cobb durante la conferenza stampa del 23 gennaio 2010, «il disegno dei sinuosi edifici lineari che ospitano gli uffici e che, incontrandosi, donano una forma unica all’Altra Sede, deriva dall’intersezione di ventidue cerchi comprendenti undici identici anelli di forma circolare». La natura di tale scelta compositiva risulta tuttavia ambigua dal momento che rimangono oscuri i punti di riferimento rispetto ai quali sono stati tracciati i ventidue cerchi. Anche il rimando ai crinali dei monti, alle valli e ai fiumi della Lombardia, per giustificare le forme curvilinee degli edifici, risulta assai debole. 


 

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© Henry Cobb

 


Durante i sette anni intercorsi tra il bando del concorso internazionale (2003) e l’inaugurazione dell’edificio (2010), la nuova sede della Regione è stata denominata “Pirellone bis”, “Nuova sede” ma anche “L’altra Sede”. L’alternanza di nomi indica la diretta relazione che il nuovo edificio stabilisce con “La Sede”, ossia il Grattacielo Pirelli – costruito tra il 1956-1961 e disegnato dal gruppo di progettazione diretto da Gio Ponti. Nel “manifesto” elaborato per il bando (secondo quanto riferito da Cobb il più preciso che abbia mai esaminato durante la sua lunga carriera), la committenza ha chiesto di esplicitare il riferimento compositivo e costruttivo al Grattacielo Pirelli, che sarà convertito in sede di rappresentanza della Regione Lombardia, per creare un sistema architettonico sinergico. Le ragioni di alcune scelte progettuali compiute da Henry Cobb, Paolo Caputo e dai loro collaboratori nel progetto dell’Altra Sede risiedono dunque in questa precisa richiesta.

 

Il rapporto tra le due sedi della Regione si intrattiene principalmente sul tema della torre, intesa come elemento simbolico ad alto grado di rappresentatività istituzionale, e sull’utilizzo di sistemi costruttivi all’avanguardia, intesi come veicoli espressivi dell’idea di progresso alla base della stessa strategia politica del governo regionale. 


Nonostante la torre dell’Altra Sede superi l’altezza del Grattacielo Pirelli di 33 metri, la forza volumetrica di quest’ultimo resta ineguagliata. Nel nuovo complesso la torre si innesta sul punto di tangenza di due degli edifici sinusoidali e in ciò non affronta uno dei problemi intrinseci alla sua tipologia, ossia l’attacco a terra. Laddove il Grattacielo Pirelli si posa sul terreno con assoluta sicurezza e austera grazia, la torre dell’Altra Sede si dissolve misteriosamente prima di aver toccato terra. Dai disegni in pianta della nuova sede della Regione Lombardia risulta difficile individuare l’esatta collocazione del corpo alto, il cui sviluppo in relazione al complesso è comprensibile solamente da alcune rappresentazioni tridimensionali. 

 

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Sezione trasversale

 

Il linguaggio tecnologico che caratterizza l’Altra Sede rimanda, con soluzioni aggiornate, a quello adottato nel Pirellone. Eppure l’Altra Sede non raggiunge quella spregiudicatezza costruttiva che rende il Pirellone un capolavoro della storia dell’architettura del Novecento italiano. L’idea strutturale elaborata da Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso è senza precedenti, dal momento che tutto l’edificio si sostiene grazie a due coppie di pilastri cavi in cemento armato a sezione triangolare collocati alle estremità del volume. Diversamente la struttura portante dell’Altra Sede è organizzata secondo uno schema convenzionale di pilastri e solette in cemento armato e offre un alto grado di flessibilità funzionale, secondo le richieste della committenza, ma costituisce una soluzione largamente collaudata. I punti di tangenza dei corpi curvilinei sono risolti in maniera molto sbrigativa, laddove gli angoli acuti vengono smussati da pannelli di vetro che corrono per tutta l’altezza dei volumi. Anche il rivestimento in pannelli vetrati, un muro continuo a doppia pelle contenente brise-soleil scorrevoli, non riesce a porsi come una scelta innovativa dal momento che numerosi edifici realizzati da Cobb sono risolti facendo ricorso alla medesima soluzione, come il 2099 Pennsylvania Avenue (Washington, 2001) e la torre EDF a La Défense (Parigi, 2001). Secondo l’interpretazione fornita dalla committenza, il tamponamento in acciaio e vetro esprime l’ideale di «trasparenza amministrativa e di governo». Il linguaggio utilizzato è però da anni diffusamente collaudato (si potrebbe parlare di “neo-internazionalismo”) e fa emergere  la linea provinciale dei criteri valutativi adottati dalla giuria del concorso (tra i cui membri ricordiamo Kurt W. Forster, Antonio Piva, Maria A. Crippa, Giulio Ballio e Michele Stramandinoli).

 

 

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© Infrastrutture Lombarde

 


Legare simbolicamente l’immagine della nuova sede della regione a quella del Grattacielo Pirelli, documento architettonico del miracolo economico di Milano, nel solco ideologico del “Progresso”, della “Trasparenza” e della “Efficienza” è quindi stato uno dei temi forti della strategia di Formigoni. Non si dimentichi però che il Grattacielo Pirelli è stato commissionato dall’omonima azienda come centro di rappresentanza e solo nel 1978 venduto alla Regione Lombardia per sanare i debiti della società.


Se la relazione con il Grattacielo Pirelli ha inciso profondamente nelle scelte tipologiche e linguistiche dell’Altra Sede, altre indicazioni del bando di concorso hanno contribuito a definire alcune scelte compositive. 

Roberto Formigoni ha voluto che l’Altra Sede costituisse un luogo di incontro per tutta la cittadinanza e al contempo uno spazio di connessione tra le differenti parti della città. Per soddisfare queste richieste gli architetti hanno pensato a un vuoto urbano definito da due dei corpi sinuosi del complesso e coperto da una grande volta in cuscinetti traslucidi sorretta da una elegante struttura in ferro. Esso trova il suo riferimento più naturale non tanto negli esempi delle piazze lombarde, come argomentato nella mostra allestita in occasione dell’inaugurazione all’interno dell’edificio, piuttosto nella galleria Vittorio Emanuele, o nel più contemporaneo Tokyo International Forum realizzato nel 1996 su progetto di Raphael Viñoly. In tal senso lo spazio pubblico dell’Altra Sede è un “passaggio urbano” e non una “piazza”, la quale implicherebbe presupposti architettonici e urbanistici assai diversi.


 

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© Infrastrutture Lombarde


In occasione della costruzione della sede della Regione, i rappresentati della Regione Lombardia, gli architetti e la stampa nazionale non hanno trascurato di ripetere, in forma di astuto slogan, che «L’Altra Sede è il primo grande palazzo pubblico costruito a Milano dopo il Castello Sforzesco». Osservando dal trentanovesimo piano della torre, da cui si gode una vista suggestiva sulla città, si può notare come l’area retrostante L’Altra Sede sia un enorme cantiere a cielo aperto dove, a fronte di un’imponente opera di demolizione, si fatica ancora a individuare compiutamente i futuristici edifici del complesso Ex Varesine (Hines, TIAA-CREF), di cui sono state diffuse mirabolanti rappresentazioni tridimensionali. In relazione ai grandi interventi urbani avviati a partire dagli anni Novanta in seguito all’attuazione della normativa dell’Accordo di Programma e dei Piani integrati di intervento, oltre a essere il “primo grande palazzo pubblico costruito dopo il Castello Sforzesco”, la nuova sede della Regione Lombardia costituisce dunque uno dei pochi interventi su grande scala ultimato nella Milano d’inizio secolo. Tutto ciò accade “in deroga” al carattere commerciale e imprenditoriale che ha caratterizzato la città dal XV secolo fino ad oggi. Se i cantieri “interrotti” di City Life (Generali Properties, Gruppo Allianz,
Immobiliare Milano Assicurazioni (Gruppo Fondiaria-SAI
e Lamaro Appalti) e Santa Giulia (Risanamento S.p.a.) sono indicatori della reale crisi del sistema finanziario del capoluogo lombardo, la costruzione dell’Altra Sede delinea il rafforzamento progressivo del potere del gruppo politico dirigente milanese, in controtendenza rispetto all’anima finanziaria e commerciale della città.


Non è un caso che durante il governo Formigoni – in carica dal 1995 (sic!) – sia stata fondata Infrastrutture Lombarde S.p.A., società di capitali interamente partecipata da Regione Lombardia e «strumento strategico di intervento regionale per la riqualificazione, la valorizzazione e lo sviluppo della dotazione infrastrutturale della Regione Lombardia e del patrimonio immobiliare di sua proprietà». Dopo il successo della gestione del progetto “Altra Sede”, si auspica che la Regione e il suo braccio Infrastrutture Lombarde S.p.A. affrontino la gestione delle infrastrutture anche in prospettiva dell’Expo 2015, di competenza comunale ma di ovvio interesse regionale e si preoccupino di riattivare quei processi economico-finanziari su cui Milano ha costruito la sua credibilità internazionale e su cui si scommette il suo futuro.



Milano, 23 febbraio 2010

 

Scarica il discorso di Henry Cobb e Paolo Caputo diffuso in copia cartacea il 23 gennaio 2010

La nuova sede di Regione Lombardia (pdf)