Ecologia

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«L’ecologia nel suo uso popolar-giornalistico è passata da scienza dei micro ambienti biologici, a strumento di verifica “formale” della crescita delle diverse parti della società sul territorio e del loro rapporto con un non meglio identificato “equilibrio naturale” delle cose, equilibrio che non deve essere turbato se non a rischio di più gravi malanni.

Ancora una volta il concetto di Natura è diventato lo strumento ideologico più generale e più mistificante: dall’economia liberale il concetto di Natura transita direttamente all’urbanistica territoriale, e come al solito viene proposto quale strumento “scientifico”.

L’allarme ecologico […] simula un attacco al capitalismo, non sul piano dei rapporti di potere, ma sul piano della pulizia del suo sviluppo, permettendo a tutti di sentirsi rivoluzionari senza grandi sforzi e pericoli. […]

Attraverso la gestione scandalistica della battaglia ecologica la classe borghese ottiene  [un] risultato non indifferente: rilancia il progresso di valorizzazione del mercato edilizio introducendo parametri più raffinati della semplice accumulazione di metri quadri (la Natura diventa un prodotto di grande qualità, il vuoto vale più del pieno). […]

Il vecchio sogno piccolo borghese della città-giardino ottiene un rilancio insperato come alternativa alla metropoli: il dibattito urbanistico si arena sul problema del verde». [Andrea Branzi, 1973]